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Scegliere in modo consapevole l'escursione più adatta!


 

Come vanno interpretate le schede degli itinerari? Una domanda nata durante una riunione organizzativa: sono comprensibili a tutti le note "tecniche" che inseriamo?

 

Per presentare in modo adeguato un'attività fisica come la pratica dell'escursionismo, bisognerebbe partire da quelle informazioni imprescindibili e di base che identificano caratteristiche oggettive, difficoltà e impegno di quanto proposto.

Come avrete notato FIATOCORTO nelle schede di descrizione ha previsto una sezione, denominata INFORMAZIONI TECNICHE, sempre presente ed opportunamente evidenziata da delle grafiche che ne facilitano l'identificazione ed il valore del contenuto.

Premesso che bisogna leggere le descrizioni e farlo fino in fondo, cerchiamo di sgomberare il campo da eventuali dubbi e per ognuna di essa andiamo ora a descriverne e spiegarne il significato. Partendo da sinistra troviamo:

LUNGHEZZA - E' riferita alla lunghezza fisica e totale del percorso pedonale, cioè la lunghezza complessiva di quanto si cammina indipendentemente dallo sviluppo, che può essere di sola andata, andata e ritorno e ad anello. Per i trekking o escursioni di più giorni la lunghezza del percorso, anche in questo caso è da ritenersi complessiva. Solitamente una nota integrativa riporta l'informazione relativa alla singola tratta.

Importante: particolare attenzione va data al fatto che il riferimento della lunghezza di un percorso esula completamente dalla sua pendenza ed inclinazione.

DISLIVELLO - E' il valore di riferimento che denota la differenza di altitudine (o di livello) tra due punti. Il dislivello viene spesso considerato quello tra il punto di partenza e quello di arrivo di un percorso. Per dislivello positivo (segno +) si intende la differenza di quota tra la quota inferiore del punto di partenza e la quota superiore del punto di arrivo; viceversa, si parla di dislivello negativo (segno - ). Nel caso di FIATOCORTO il valore, preceduto dal segno "+" indica il dislivello complessivo positivo. Naturalmente tale indicazione è soggetta ad approssimazioni, data dalla somma dei dislivelli tra tutti i punti percorsi, nessuno escluso.

Importante: Il dislivello da superare nel corso di una escursione è uno degli elementi che ne determinano la maggiore o minore difficoltà. A parità di sviluppo planimetrico e di altri fattori (come ad esempio la natura del terreno o la sua esposizione) maggiore è il dislivello positivo da superare e maggiore sarà l'impegno fisico richiesto per completare l'escursione stessa.

DURATA - Da riferirsi al tempo previsto per svolgere l'escursione in normali condizioni. Trattasi di "tempo effettivo" cioè non include le pause o la sosta per il pranzo.

I tempi di percorrenza degli itinerari escursionistici in montagna vengono stimati in prima approssimazione in base al dislivello da percorrere. Il Club Alpino Italiano generalmente ipotizza che un escursionista mediamente allenato percorra dai 300 ai 350 metri di dislivello positivo all'ora. Se la salita è ripida ma senza particolari difficoltà oppure l'escursionista è molto allenato, questi valori possono però essere superati di molto. In discesa il tempo di percorrenza evidentemente si riduce, in genere a circa i ⅔ di quello stimato per la salita.

DIFFICOLTA' - Nell’ambito escursionistico non esiste difficile o facile, non lo troverete mai scritto da una Guida. E diffidate da quelli, anche amici o parenti, che vi dicano “vai che è facile”. Quindi facile o difficile non è una scala di valori, non è una classificazione, anche perché tiene conto della preparazione personale di chi dà il giudizio.

Importante: Una delle voci più importanti per valutare un’escursione è data dalla scala delle difficoltà modulata su uno schema internazionale omologato da molte federazioni escursionistiche (almeno a livello europeo) che considera vari fattori: difficoltà oggettive del percorso, lunghezza e dislivelli. Per l’Italia le definizioni sono state armonizzate e siglate dal Club Alpino Italiano. Vediamola nello specifico.

IMPEGNO - La domanda nasce spontanea...ma se esiste una scala delle difficoltà perché aggiungere un indice di impegno? La scala di difficoltà del CAI è rivolta agli appassionati di attività in montagna che si muovono in autonomia, non accompagnati.

Facciamo del nostro meglio per fornirti le migliori informazioni possibili, è per questo che abbiamo ritenuto opportuno sviluppare una specifica scala delle difficoltà rivolta a coloro che si affidano per l’accompagnamento ai professionisti. Il nostro indice di classificazione è calcolato su un sistema che tiene in considerazione diversi fattori per l'intero sviluppo del percorso offrendoti uno strumento di facile comprensione per poter confrontare in modo obiettivo le escursioni in programma. Ma vediamolo insieme.

BASSO ⭐ Il percorso si svolge su strade campestri in ottime condizioni, percorso segnalato. Terreno principalmente in piano Generalmente con uno sviluppo inferiore ai 5km. Adatta a tutti coloro che amano camminare. Nessuna esperienza precedente. Dislivello irrilevante ed il ruolo della Guida verte principalmente su accoglienza, animazione, interpretazione ed illustrazione dei molteplici aspetti offerti dal territorio interessato.

MODERATO ⭐⭐ Il percorso si svolge su sentiero in buone condizioni, percorso segnalato. Terreno che presenta una moderata pendenza, con uno sviluppo generalmente compreso tra i 5 e i 9 km. E’ richiesto basso impegno fisico. Adatto a coloro che desiderano cominciare a percorrere itinerari escursionistici. Segnaletica generalmente presente.

Il ruolo della Guida è quello enfatizzare l'accoglienza, animare e garantire un buon livello di umore al gruppo, completare con informazioni ed indicazioni di carattere antropico ambientale i luoghi visitati.

MEDIO ⭐⭐⭐ Il percorso si svolge su sentiero generalmente in sufficiente condizione (in buono stato). Terreno con pendenza costante alternato a tratti un po’ più ripidi e irregolari. Sviluppo generalmente compreso tra i 9 e i 15 km. Richiede un impegno fisico modesto. Adatto a partecipanti mediamente allenati che abbiano buona capacità di camminare in salita e discreta resistenza allo sforzo fisico.

Il ruolo della Guida è quello enfatizzare l'accoglienza, animare e garantire un buon livello di umore al gruppo, completare con informazioni ed indicazioni di carattere antropico ambientale i luoghi visitati oltre a garantire assistenza tecnica e sicurezza.

MEDIO ALTO ⭐⭐⭐⭐ Il percorso si svolge su sentiero o tracce di sentiero non sempre in buone condizioni. Terreno con lunghi tratti ripidi e irregolari. Sviluppo generalmente compreso tra i 13 e i 20 km. Adatto a partecipanti allenati. Richiede un certo e moderato impegno fisico con buona propensione alla fatica . Rivolto a chi ha già maturato una certa esperienza di escursioni. Segnaletica: limitata o assente. In questo caso la Guida svolge il ruolo di vero e proprio mentore, traccia il percorso, è focalizzato sull’assistenza tecnica e la sicurezza. Animazione, interpretazione o illustrazione del territorio restano comunque presenti ma meno frequenti.

ALTO ⭐⭐⭐⭐⭐Il percorso si svolge generalmente su tracce non sempre disponibili. Terreno ripido e irregolare. Sviluppo generalmente superiore ai 15 km. Adatto a coloro che ben preparati vogliono tentare escursioni che richiedono un impegno fisico/psicologico sostenuto. Segnaletica limitata o assente

La Guida funge da leader, focalizzando la propria attività principalmente sull'attenzione alla traccia del percorso, all’assistenza tecnica e alla sicurezza. Accoglienza, animazione, interpretazione o illustrazione del territorio quando possibile.


Ecco fatto, ora siamo in grado di poter scegliere correttamente...

Ma tutto questo vale anche per i percorsi INVERNALI?


Resta con noi e presto lo saprai!

Team FIATOCORTO – Roberto Vicentini (Guida Ambientale Escursionistica)

 

SCALA DELLE DIFFICOLTA'



Si utilizzano le quattro sigle della scala CAI per differenziare l’impegno richiesto dagli itinerari di tipo escursionistico. Questa precisazione è utile non soltanto per distinguere il diverso impegno richiesto da un itinerario, ma anche per definire chiaramente il limite tra difficoltà escursionistiche ed alpinistiche.



T - TURISTICO

Itinerari su stradine, mulattiere o larghi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Si svolgono di solito sotto i 2000 metri. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.

E – ESCURSIONISTICO

Itinerari che si sviluppano su terreni di ogni genere: su evidenti tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni appropriate; si possono incontrare anche brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua dove, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli.

Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi, dove tuttavia i tratti esposti sono in genere protetti o assicurati (cavi).

Possono avere singoli passaggi, o tratti brevi su roccia, non esposti, non faticosi né impegnativi, grazie alla presenza di attrezzature (scalette, pioli, cavi) che non necessitano dell’uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.).

Richiedono qualche ora di cammino per superare anche dislivelli in salita di qualche centinaio di metri; importante una discreta esperienza e conoscenza dell’ambiente, senso di orientamento, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.

Costituiscono la grande maggioranza dei percorsi escursionistici.

EE - ESCURSIONISTI ESPERTI

Si tratta di itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni anche impegnativi. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati).

Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci, perché il loro attraversamento richiederebbe l’uso di corda, piccozza e ramponi, nonché la conoscenza delle relative manovre di assicurazione.

Necessitano di esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate. La difficoltà è marcata anche da molte ore di cammino, alle quali bisogna essere abituati conoscendo le reazioni del proprio fisico; spesso i dislivelli in salita sono molto pesanti. Lunghezza (sopra le 5/6 ore di cammino) e dislivello (oltre i 600 metri in salita) determinano la classificazione EE anche di assenza di altre difficoltà tecniche e morfologiche.

EEA - ESCURSIONISTI ESPERTI con ATTREZZATURA

Questa sigla si utilizza per certi percorsi attrezzati o vie ferrate, al fine di preavvertire l’escursionista che l’itinerario richiede l’uso dei dispositivi di autoassicurazione. Data la preparazione specifica necessaria per poter accompagnare professionalmente su questa tipologia di percorso tale attività è riservata al conseguimento del titolo professionale di GUIDA ALPINA.





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