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Immagine del redattoreFIATOCORTO

L'acrobata della montagna.

Un animale selvatico che vive tra i boschi e le vette. Grazie agli zoccoli può arrampicarsi anche su pendii molto impervi.




Il camoscio alpino, parente stretto delle capre, è una specie ben distribuita in tutta Europa centro - orientale fino ai monti del Caucaso e della Turchia. Nel 2001 si stimava una popolazione di almeno 500 mila capi che oggi sono sicuramente aumentati. In Italia lo si trova distribuito su tutto l'arco alpino, dal Friuli Venezia Giulia fino al Piemonte e alla Liguria in provincia di Imperia e Savona, il limite sud dell'areale di questa specie.

I vari studi evidenziano che il propagarsi dell'espansione di questo animale sul nostro territorio avvenne a partire dagli anni '50 e probabilmente legata al progressivo abbandono della montagna e delle zone alpine. Successivamente, il subentro della crisi della zootecnia favorì ulteriormente un lento e progressivo recupero di questa specie che diversamente avrebbe seguito un lento processo di estinzione.


Di origine asiatica il camoscio, si propagò attraverso le catene montuose fino ad Occidente. I primi resti fossili in Europa furono ritrovati in Francia e vennero datati 500mila anni fa, ma i ricercatori sono convinti che sull'arco alpino i camosci vivevano già nel Miocene, quindi circa 6 milioni di anni fa.

Allora come oggi la struttura fisica è rimasta la stessa: testa corta e muso sottile, corna piccole, ricurve ed uncinate color ebano. Le dimensioni delle corna che in alcune specie come lo stambecco possono far riconoscere facilmente il sesso, nei camosci sono praticamente uguali sia per i maschi che per le femmine. Un occhio esperto certamente potrà notare che nei maschi le corna risultano un po' più spesse, aperte ed uncinate ma è necessario essere veramente dei professionisti per cogliere queste sottili differenze.

I maschi sono certamente più grandi, possono infatti raggiungere i 50 kg di peso ed una lunghezza di un metro e mezzo; le femmine invece non superano i 40 kg e poco più di un metro di lunghezza.



Il pelo dei Camosci in inverno è fitto e nero, mentre in primavera è rado e rossiccio. Gli esemplari hanno una macchia chiara sulla gola che sale fino alle orecchie e che in inverno, quando il manto è di colore scuro risalta ancora di più.



Sono dei veri e propri acrobati in grado di spostarsi velocemente anche su pareti molto ripode.

Enri de Luca nel suo libro - Il peso della farfalla - descrive la loro agilità in maniera esemplare:


" Gli zoccoli del camoscio rappresentano le quattro dita del violinista. Vanno alla cieca e non sbagliano di un millimetro . Schizzano su strapiombi, giocolieri in salita ed acrobati in discesa, sono artisti da circo per la platea delle montagne. Gli zoccoli del camoscio appigliano l'aria. Il callo a cuscinetto fa da silenziatore quando vuole, altrimenti l'unghia divisa in due diventa una nacchera da flamenco. Gli zoccoli del camoscio sono quattro assi in tasca ad un baro. con loro la gravità diventa una variante al tema e non è più una legge".

Questi giocolieri delle cime che sfidano la gravità sono tipici abitanti che solitamente vivono tra i 1000 ed i 2500 metri di quota ma sono stati rilevati vari casi in cui gli animali scendevano fin sotto i 500 metri. Li si ritrova dai boschi di conifere a quelli di latifoglie ricchi di sottobosco e intervallati da pareti rocciose scoscese, radure e canaloni.

In estate i camosci salgono fino alle praterie dove domina il pino mugo e anche più su I, fin sulle cenge erbose oltre il limite degli alberi. In realtà durante il periodo estivo sono le femmine a risalire di quota con i capretti fino alle più alte estremità della montagna, mentre i maschi solitari, si disperdono su tutto il territorio occupando anche quote meno elevate.


VITA SOCIALE


Con l'avvento dell'inverno e le prime nevicate i camosci si ritirano verso i boschi e cercano alla ricerca di ripidi pendii con esposizione a sud.

Maschi e femmine, pertanto vivono separati, i primi solitari o in piccoli drappelli di animali giovani, mentre le femmine vivono tutte insieme con i loro capretti.

La struttura sociale di base è di tipo matriarcale ed è fondata sul legame madre/figlio.

I branchi sono aperti e ciò significa che al loro interno transita un'enorme diversità di individui senza recare alcun problema.





Questi animali, infatti, non difendono un territorio ma si spostano seguendo le disponibilità di cibo. L'essere numerosi, poi diventa un vantaggio in quanto ci sono più occhi ed orecchie a controllare l'eventuale sopraggiungere di un predatore come l'aquila reale, che l'essere in tanti abbassa anche la percentuale di probabilità di essere predato.

I maschi in inverno ed in estate sono tolleranti, ma con l'arrivo dell'autunno e l'innalzarsi

dei livelli di testosterone diventano aggressivi.


Con la stagione degli amori il mantello estivo lascia il posto alla pelliccia scura e folta dell'inverno, compare un'irsuta criniera dorsale ed un pennello di lunghi peli nell'area genitale. I maschi iniziano a cercare i branchi delle femmine e quando le trovano, difendono un piccolo territorio marcandolo con ormoni odorosi secreti dalle ghiandole della fregola poste dietro le corna.

Quando un altro maschio adulto invade il territorio, hanno inizio rituali davvero spettacolari: i camosci drizzano la barba dorsale protendendo il collo ed il muso verso l'alto per apparire più grandi. Se questo atteggiamento non risultasse sufficiente a far abbandonare il campo al rivale, gli animali non combatto "suon di corna" come ci si aspetterebbe, ma si lanciano in spettacolari corse lungo le praterie alpine.

Riescono a scendere e poi risalire velocissimi grazie al loro possente cuore, uno dei più grandi in proporzione, del mondo animale.


La femmina accetta il contatto fisico con il maschio solo durante l'estro che dura uon/due giorni all'anno. Una vitaccia per i poveri maschi che hanno uno spazio temporale brevissimo per accoppiarsi ed una concorrenza spietate e super agguerrita.


Altro che "una fatica cane"... con il senno di poi sarebbe più opportuna l'esclamazione "sfigato come un camoscio"... 😂


Alla prossima bgaj!

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